Il mare, gli uomini, la memoria.
Il rapporto uomo-paesaggio è determinato da fattori esperienziali, funzionali e sentimentali.
L'esperienza e la conoscenza di un determinato territorio si tramuta in immagine, questa si fà sempre più reale sino a sostituire la realtà stessa creando una discrasia fra il paesaggio reale e l'idea di paesaggio.
Ogni uomo si forma un esperienza parziale di un determinato paesaggio, lo divide in parti, ne marca i confini e assegna ad ogni luogo valenze funzionali e sentimentali.
Le comunità marinare, per via della loro collocazione spaziale, subiscono inesorabilmente l'influsso del mare che ne condiziona tempi e modi del vivere comunitario.
Il paesaggio marino esercita sugli uomini influenze polivalenti, diversificate singolarità immaginarie. Il paesaggio, infatti, è formato sia da strutture costanti quanto da costruzioni individuali che ne modificano la struttura attraverso la semplificazione riduzionista dell'esperienza mentale.
La ricognizione fotograficha sul mare è volta all'osservazione di alcune attività quotidiane, come la pesca e la vita a bordo del peschereccio.
Scene di vita estrapolate dal contesto originale, rubate fra una pausa e l'altra per evitare l'inevitabile immagine stereotiapa del pescatore e del mare.
Un mix comparativo fra la romantica idea dell'uomo soltiario, segnato da profondi solchi sul viso con lo sguardo verso l'orizzonte, e la condizione meno colorata e vivace dell' attività sacrificante e solitaria di una micro società di soli uomini che cerca quotidianamente di sopravvivere con ciò che il mare può offrire.
Alcune attività produttive del territorio siciliano, come la pesca o l'agricoltura, sono per ovvie ragioni più diffuse e significative di altre, da una parte per ragioni di carattere ambientale e dall'altra per ciò che hanno rappresentato e rappresentano ancor oggi a livello ideologico.
Esse fanno riferimento ad un complesso sistema di saperi sedimentati nel tempo che definiscono una specifica identità culturale connessa ad un apparato simbolico comune, quello della tradizione.
Tecniche, leggende, miti, saperi vengono tramandati da padre in figlio per salvaguardare e perpetuare l'identità culturale di una data comunità.
La cultura della pesca e le tecniche tradizionali di lavoro raccontano di un antico rapporto, quello fra l'uomo e il mare, della faticosa e paziente attesa che a volte delude ed altre ripaga. La cultura, nelle sue varie accezioni, è l'ambito entro cui gli uomini producono e scambiano segni.
I segni, che l'uomo crea o riconosce come universi significativi, sono perciò condivisi socialmente ed espressi mediante atti di comunicazione.
Gli uomini si riconoscono parte di una collettività quando condividono le stesse concezioni del mondo e della vita, tempi e spazi sociali, rituali e produttivi.
A scandire tempi e spazi del sacro del mare è il calendario cerimoniale.
E' per tale motivo che si celebrano presso alcune località costiere della Sicilia numerose festività nei mesi che vanno da giugno a settembre. Cortei processionali sacralizzano lo spazio abitato e quello marino mediante modalità tipologiche comuni.
In occasione delle suddette festività è possibile osservare anche attività ludiche tradizionali come l'antinna a mare, sagre di pesce, banchetti, ecc, in cui tutta la comunità riunita si auto celebra, oltre che ritualmente, mediante il gioco e la condivisione di cibo affinchè le forze vitalistico-rigenerative possano agire positivamente sulla natura e su gli uomini. MANUELA GRECO
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